Il sistema di stretching più conosciuto, è stato codificato nel 1975 da Bob Anderson , che prese spunto dallo yoga.
Si prende una posizione(vedi in foto alcuni esempi) che sia possibile mantenere senza dolore. Questa posizione dev'essere raggiunta lentamente, in modo da non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso miotatico inverso.
Raggiunta la posizione, questa va mantenuta per un tempo che va da 20 a 30 secondi, o finchè non si sente calare la tensione d'allungamento, dopodichè si aumenta la tensione stessa, e la si tiene per altri 20-30 secondi, e via dicendo, fino ad un massimo di 3 volte per un totale di 60/90" circa
E' importante mantenere un allungamento costante, senza molleggiare e senza superare mai la soglia del dolore.
La soglia del dolore è valutata secondo la scala di Borg dove 1 sta per intensità praticamente nulla e 10 molto intensa. Ci si deve attestare ad una soglia di dolore tra 6 e 7.
Si deve inoltre:
Utilizzare un abbigliamento comodo.
Praticare questo tipo di stretching in un ambiente possibilmente silenzioso, ben riscaldato, e su di un pavimento non freddo.
Prestare attenzione a ciò che si sta sentendo, durante tutta l'esecuzione del movimento
Non interrompere il respiro, e anzi far seguire il movimento al respiro, piuttosto che il viceversa.
Programmare le posizioni da assumere.
Far precedere lo stretching da un riscaldamento generale.
Questo tipo di stretching è adatto a tutte le fasi di un allenamento, meglio alla fine dello stesso.
Si preferisce effettuare lo stretching alla fine dell'allenamento per riportare la muscolatura in condizioni ottimali, perché durante il workout le fibre si sono accorciate (le fibre muscolari si accorciano quando si fa esercizio),ed tramite lo stretching si ripristinano.
Inoltre è importante per mantenere o migliorare la mobilità articolare e favorire l’eliminazione dell’acido lattico accumulato.