Il diabete tipo 2 è la forma più frequente di diabete e rappresenta circa il 90% di tutti i casi. Questo tipo di malattia, conosciuta anche come diabete della vecchiaia, si presenta inizialmente in modo asintomatico ed i sintomi tipici, come spossatezza, arsura e diuresi frequente, inizialmente non si manifestano. Si è perlopiù in presenza di una combinazione di resistenza periferica all’insulina e di una sua iposecrezione pancreatica. Il diabete tipo 1, al contrario, è la conseguenza di una distruzione autoimmune delle beta cellule (deputate alla produzione di insulina), che causa una mancanza assoluta di questo ormone.
Le rapide trasformazioni socio economiche, e le scorrette abitudini alimentari, hanno visto aumentare in maniera vertiginosa la possibilità di contrarre questo tipo di malattia. Aumenta così la presa di coscienza da parte dei medici (specialmente quelli di base) dell’importanza dell’attività fisica come farmaco, specialmente come terapia di supporto a quella farmacologica standard, in questo tipo di pazienti.
A differenza delle altre malattie metaboliche, nel diabete tipo 2 la risposta del corpo all’esercizio fisico è ottima; i classici sintomi del diabetico, come l’astenia, la difficoltà a ricordarsi le cose, per non parlare di alcuni problemi posturali, di deambulazione oppure articolari dovuti a danni causati da alti picchi glicemici, possono essere notevolmente migliorati grazie all’ occhio attento del personal trainer.
Alla luce di questi fatti ed in base alla mia esperienza, ritengo che l’allenamento a circuito (il circuit training) sia l’allenamento ottimale per questa tipologia di pazienti. Il circuit training combina l’allenamento della forza con l’uso dei sovraccarichi ai macchinari, alternando periodi di lavoro cardiorespiratorio.
Chiaramente il lavoro a circuito che andremo a proporre a questo tipo di soggetti sarà diverso dal classico lavoro a circuito, perché dovrà essere soggettivo ed adattato ad ogni caso specifico; di seguito un esempio.
Nell’organizzazione del circuit training in soggetti diabetici si raccomanda di utilizzare solo macchinari isotonici poliarticolari ed a catena cinetica chiusa, come la leg press per gli arti inferiori, la lat machine presa inversa per i bicipiti ed il gran dorsale, la shoulder press per le spalle e la chest press per i muscoli pettorali ed i tricipiti.
L’obiettivo è quello di sollevare al massimo il 30% del massimo peso sollevabile (in seguito all’effettuazione del test sub massimale indiretto con la formula di brziky) per 12/15 ripetizioni su ogni specifica macchina.
E’ importante alternare un macchinario isotonico ad una stazione cardio, che sarà uno step messo all’altezza minima dove il personal trainer insegnerà i passi base dello step.
L’utilizzo dello step con l’insegnamento dei passi base ha una duplice funzione; in primis migliora l’apparato cardiocircolatorio, ma migliora moltissimo anche l’equilibrio e la coordinazione, che spesso in questo tipo di soggetti è piuttosto deficitaria.
E’ molto importante che la durata massima di ogni stazione non sia superiore a 30 secondi. Per quanto riguarda i principianti è molto importante impostare un carico corretto, che permetta la giusta esecuzione dell’esercizio; con il passare del tempo la forza aumenterà, ed anche il peso verrà aumentato. Coloro che possiedono un discreto stato di forma, inizieranno con un peso che consenta loro di eseguire al massimo 15 ripetizioni.
Completare un circuito significa eseguire in sequenza tutti gli esercizi previsti senza pausa. Si inizia con un circuito completo per poi passare, in seguito e dopo aver raggiunto il giusto allenamento, a 3 circuiti completi intervallati da 3-5 minuti di recupero tra uno e l’altro.
Ecco un esempio di circuit training:
chest press max 30’’ –step 30’’
leg press-step max 30’’ – step 30’’
shoulder press max 30’’ – step 30’’
lat machine max 30’’ – step 30’’
addominali max 30’’- step 30’’
pull down max 30’’ – step 30’’
Effetti e benefici
Nel circuit training si passa rapidamente da un esercizio di forza ad un esercizio cardiorespiratorio, senza alcun recupero, e questo “obbliga” il cuore a mantenere frequenze abbastanza elevate, per tutta la durata dell’allenamento.
Tutto ciò promuove nel soggetto diabetico un condizionamento cardiocircolatorio, allo scopo di allenare la componente cardiovascolare.
In questo tipo di soggetti tale variabile è molto importante, perché l’80% dei diabetici tipo 2 è spesso anche obesa ed una riduzione della massa adiposa può essere molto importante nelle complicanze diabetiche, tra cui, quella dei problemi cardiaci è tra le più importanti.
I benefici della maggiore capillarizzazione nei diabetici sono di fondamentale importanza, viste le enormi resistenze che, specie negli arti inferiori, creano grosse problematiche. Con questo tipo di allenamento si va a creare un grande beneficio.
Importante è anche l’effetto di questa tipologia di allenamento sulla riduzione della pressione arteriosa massima e minima, sull’aumento del colesterolo 'buono' HDL e, di conseguenza, sulla riduzione del rischio di contrarre malattie cardiache.
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