Nel "progetto" originale della
nostra specie, finalizzato alla sopravvivenza e alla riproduzione, è previsto
che camminiamo quanto basta per cercare cibo, che corriamo solo per cacciare o
fuggire, che saltiamo solo se strettamente necessario, ed che evitiamo anche i
pericoli dell'acqua, di cui abbiamo una fisiologica paura, al contrario di
altre specie terrestri capaci invece di nuotare instintivamente.
Nella pratica sportiva , riflettendo bene,
"forziamo" volutamente queste nostre capacità naturali, arrivando
anche a cercare limiti estremi, per soddisfare un innato istinto agonista che
originariamente era anch'esso garanzia di sopravvivenza tra i simili.
Ed ecco che allora , una azione sportiva,
un allenamento , una gara sono inevitabilmente catalogati dal nostro cervello
come una condizione "non ordinaria" cui il nostro organismo reagisce
mettendo in atto meccanismi di adattamento
- " Sindrome da adattamento" ,
secondo la definizione iniziale di Hans Selye del 1936 - che oggi chiamiamo semplicemente risposta
allo STRESS
Gli ormoni, collegati al nostro cervello
tramite le rapide connessioni tra sistema nervoso e ghiandole, giocano un ruolo fondamentale. Vediamo in sintesi quali sono attivati principalmente durante lo sport e
quali azioni svolgono.
Cortisolo: il nostro cortisone
naturale, consente di utilizzare
rapidamente gli zuccheri fornendo energia rapida e di resistere meglio alla
fatica ed al dolore
GH (Ormone della crescita ) : permette di attingere rapidamente alle
riserve energetiche dal tessuto grasso , risparmiando il consumo di zuccheri
Ormoni tiroidei: aumentano moderatamente
durante attività fisica, permettendo un metabolismo piu' rapido. La loro azione
è comunque ritenuta poco rilevante.
Adrenalina e nor adrenalina: consentono un
aumento netto dell'apporto di sangue in tre territori essenziali durante lo
sport: cervello, muscolo, cuore
Testosterone: aumenta durante l'attività
fisica con allenamenti costanti e prolungati
favorendo la "costruzione" di
proteine muscolari. Nello sforzo intenso di breve durata, pare aumenti
l'aggressività agonistica.
Oltre a queste dinamiche, partecipano all'
adattamento dell'organismo alla attività sportiva, insulina e glucagone,
regolando al meglio il metabolismo degli zuccheri .
Infine , particolari aree del nostro
cervello producono e liberano nell'organismo sostanze oppioidi, ovverosia una
sorta di morfina naturale (endorfine) che consente di sopportare al meglio la
fatica ed anche il dolore durante le performance sportive e che regalano
all'atleta quella sensazione benefica che si prova durante il riposo post-allenamento.
A cura del dr P.M Giorgi specialista in andrologia ed endocrinologia
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